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I vari fronti della Prima Guerra Mondiale

lun 16 mar 15


La Prima Guerra Mondiale si combatté su vari fronti:
Il fronte occidentale che fu teatro, nel 1914, dell'inizio delle operazioni belliche della Prima Guerra Mondiale, quando l'esercito tedesco invase dapprima il Lussemburgo ed il Belgio, occupando poco dopo importanti zone minerarie ed industriali della Francia nordorientale. Vide impegnati prevalentemente gli eserciti tedeschi contrapposti a quelli francesi ed inglesi. Geograficamente ebbe luogo lungo un'irregolare linea fortificata che si stendeva senza interruzioni dalle spiagge del mare del Nord sino alla frontiera svizzera, linea che rimase essenzialmente invariata per la maggior parte della lunga guerra di posizione che ne derivò. Nonostante la sua natura statica, questo teatro di guerra si dimostrò decisivo per l'andamento generale del conflitto, dato l'enorme logorio di uomini e mezzi a cui furono costrette le parti in lotta. L'avanzata finale delle armate alleate nel 1918, dopo un estremo tentativo tedesco di sfondamento, persuase il governo di Guglielmo II di Germaniadell'ineluttabile sconfitta, e lo costrinse all'armistizio.
Il fronte orientale, aperto nell'agosto 1914 con l'invasione russa della Prussia orientale, nel quale si scontrarono da una parte: Germania, Austria-Ungheria, Bulgaria e truppe ottomane di supporto, mentre dall’altra l’impero russo dall'altra, a cui si unì per poco tempo la Romania. Su questo fronte che geograficamente comprendeva le foreste della Lituania e le vaste pianure e acquitrini della Polonia, Ucraina e Russia, si alternavano guerra di posizione e manovre a livello operativo. Nonostante la superiorità nelle tattiche e negli armamenti delle potenze centrali, la Russia, avvantaggiata dal suo enorme potenziale umano, non fu mai completamente sconfitta sul campo. La sconfitta della Russia avvenne solamente a seguito delle rivolte interne, che scaturirono nella rivoluzione d’ottobre durante la quale venne destituito lo Zar Nicola II e costituita la Repubblica Socialista Sovietica, che il 3 marzo 1918 firmò il trattato di Brest-Litovsk con le potenze centrali e di fatto fece uscire la Russia dal conflitto.
Il fronte balcanico, aperto nel luglio 1914 con l’invasione della Serbia da parte dell’esercito austroungarico, si protrasse fino al 1918, lungo i confini settentrionali di Serbia, Bulgaria e Romania. Vide contrapposti gli eserciti degli Imperi Centrali (Bulgaria, Austria-Ungheria, Impero Tedesco ed Impero ottomano) e gli Alleati (Regno di Serbia, Francia, Impero Russo, Gran Bretagna, Regno di Montenegro, Regno di Grecia, Regno di Romania e Regno d’Italia). Si sviluppò attraverso la Campagna dei Balcani, a sua volta divisa fra le Campagne di Serbia, Romania e Bulgaria, durante le quali l’esercito austroungarico riuscì a riportare alcune vittorie e ad invadere alcuni territori della Macedonia (Grecia) e della Dobrugia (Romania), ma nel settembre 1918, gli eserciti alleati (serbi, inglesi, francesi, italiani e greci) riuscirono a spezzare il fronte austroungarico in Macedonia costringendo lo zar Ferdinando a chiedere la pace.
Il fronte di Libia e d’Egitto che diede luogo alla Campagna del Nord Africa, iniziò nel 1915 lungo il confine fra Libia ed Egitto, per mezzo dell’insurrezione della tribù libica dei “Senussi” contro gli eserciti italiani ed inglesi. A contrastarli furono inviati soldati italiani, inglesi e anche Ascari libici, che riuscirono a scacciare gli assalitori Senussi verso il deserto, ma gli stessi continuarono a compiere sabotaggi, impegnando italiani e inglesi in difficili atti di controllo e repressione. Nel maggio 1916 fu intavolata una pace che dava più autonomia ai Senussi, ma che di fatto manteneva lo stato delle cose così com’era prima della guerra.
Il fronte dell’Asia e del Pacifico, le cui battaglie iniziarono nel 1914 per concludersi nel 1917, fu determinato dalla conquista da parte degli eserciti alleati (Giappone, Impero Britannico, Impero Russo e Francia) dei possedimenti coloniali degli imperi tedesco ed austroungarico nell'Oceano Pacifico ed in Cina. A parte una serie di piccole azioni di combattimento che ebbero luogo a Bita Paka e Toma, in Nuova Guinea, tutti gli altri possedimenti austroungarici e tedeschi, in Asia e nel Pacifico, caddero nelle mani degli alleati senza spargimento di sangue.
E per finire il fronte italiano, che vide impegnato l’esercito italiano contro quello austroungarico dal giugno 1915 sino all’ottobre 1918, lungo un settore compreso tra il confine con la Svizzera e le rive settentrionali del Golfo di Venezia.

Un insieme di operazioni belliche che ebbero luogo attraverso la lunga serie delle “Battaglie dell’Isonzo”, delle "Battaglie degli Altipiani" e delle “Battaglie del Piave”. Battaglie che videro pesantemente coinvolte sia le nostre genti che le nostre terre, e sarà per questo che pur senza perdere di vista le fasi più importanti del conflitto mondiale, di tali battaglie ci occuperemo in modo sempre più specifico nel proseguo di queste Cronache della Grande Guerra. Lo faremo per mezzo di fotografie, documenti e testimonianze di ogni tipo relative a quel periodo, non curandoci più di riportarle in sequenza cronologica, ma balzando da un anno all’altro, a seconda di come riusciremo a raccoglierle e repertarle, speriamo anche con l'apporto dei frequentatori di questa sezione del sito.

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news pubblicata il lun 16 mar 15