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Le nuove armi della Prima Guerra Mondiale

gio 12 feb 15

Una delle più grandi novità tecnologiche introdotte nella Grande Guerra fu l'utilizzo dell'aviazione come strumento militare. La costruzione, nel 1903, del primo mezzo in grado di alzarsi da terra, fu anche il primo atto di una rivoluzione totale sia nel campo civile che militare. In Italia il primo a capirlo fu il maggiore Giulio Douhet , grazie al quale nacque la prima squadra di aviazione militare italiana, composta da bombardieri e da caccia.
I primi bombardieri furono prodotti da Giovanni Caproni, un ingegnere trentino che nel corso della guerra riuscì a perfezionarli fino a giungere al famoso bombardiere "Ca.46", in grado di volare a 150 km/h e di trasportare 500 chili di bombe da sganciare sugli obiettivi nemici. Un grande vantaggio ed una grande innovazione che fece dell'Italia lo Stato più all'avanguardia in questo ambito. Mentre i Caccia, aerei ad uno o due posti dotati di mitragliatrice per i combattimenti in volo, furono meno utilizzati, soprattutto dall’Italia che preferì non fabbricarli, motivo per il quale fecero la loro comparsa sui cieli italiani solamente più tardi.
Lo sviluppo di questi modelli però non era sufficiente per rendere gli aerei delle armi efficaci in guerra. A renderli tali furono i primi aviatori, ovvero quei piloti che con la loro abilità seppero dare un contributo decisivo per le sorti di una battaglia. Il più famoso di tutti fu il tedesco Manfred von Richtofen, soprannominato "Barone Rosso", mentre in Italia le gesta più conosciute furono quelle di Francesco Baracca.
 
Ma la Prima Guerra Mondiale vide un imponente utilizzo e sviluppo delle artiglierie in tutti gli eserciti belligeranti. Seppur prodotto in pochi esemplari, nacque in Germania il mortaio M 12 da 420 mm con una gittata di 14 km. Per la prima volta venne applicato estesamente il traino meccanico, e alle tradizionali specialità dell'arma si affiancò l'artiglieria contraerea. Caratteristica dell'impiego dell'artiglieria furono gli enormi concentramenti di fuoco contro posizioni fisse e prestabilite, per preparare l'assalto della fanteria. Una nuova specialità fu l'artiglieria controcarri, per contrastare l'azione sempre più imponente e decisiva dei mezzi corazzati. Particolarmente efficace durante il conflitto si rivelò quella sovietica formata da robusti reparti di artiglieria con mezzi cingolati portanti un cannone da 76 o da 85 mm o un obice da 122, capaci di sviluppare una velocità di 50 km/h e dotati di un'autonomia di 300 km.
 
Tra le tante novità che fecero la propria comparsa nella Grande Guerra ci furono i primi modelli di carri armati. Pensati già alla fine del XVIII secolo durante la Prima Rivoluzione Industriale, i prototipi furono costruiti tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX quando venne perfezionato in Germania il progetto del motore a scoppio applicato alle vetture. Proprio in corrispondenza degli anni del conflitto l'industria inglese riuscì a sviluppare il primo modello che fece la sua comparsa sul fronte occidentale. Si trattava di una grande macchina blindata dotata di cingoli in grado di avanzare in diversi tipi di terreno e superare ostacoli come trincee larghe due metri. Al suo interno c'era spazio per 10 soldati che potevano guidarlo ed utilizzare le mitragliatrici installate al suo esterno.
 
Le bombe a mano furono un'altra arma molto utilizzata dagli eserciti della Grande Guerra durante gli assalti alle trincee nemiche. I soldati, quando arrivavano a qualche decina di metri dalle posizioni nemiche, le lanciavano provocando grandi danni con la loro deflagrazione. Gli addetti a questi attacchi furono i Granatieri i quali avevano il compito di avanzare verso le linee nemiche dopo che le squadre tagliafili avevano creato una breccia tra i reticolati nemici. Furono anche utilizzate in larga scala per eliminare la presenza nemica dalle grotte, ricoveri e gallerie.
Potevano avere un doppio innesco: a tempo (con una miccia) o a percussione. Per questioni pratiche, i soldati preferivano di gran lunghe le prime in quanto le seconde potevano esplodere anche prima di essere lanciate, con un urto accidentale durante l'assalto o per una distrazione.

Nella foto riguardante le bombe a mano si legge chiaramente il seguente testo: "Ho l'onore di rioffrire al regno del Montenegro le mie granate a mano da guerra, pratiche potenti e sicure di trasporto e d'impiego. Fornitura rapida. A tempo. Costo £ 10 l'una. Uccidono 5 metri intorno al punto di scoppio." L'industria bellica era nata da tempo, il commercio internazionale delle armi da guerra invece si stava affinando a diventare una delle voci principali dell'economia mondiale.

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news pubblicata il gio 12 feb 15