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venerdì 4 gennaio 2008 - La proposta di Vallardi non è del tutto fuori luogo

Il caso scatenato dall'ordine del Giorno approvato dal Comune di Chiarano sulla rigida fissazione di una soglia di ingresso nelle Scuole Elementari da parte degli alunni stranieri coglie - senz'altro - aspetti di significativa problematicità afferenti al mutato scenario che accompagna l'inserimento degli alunni extracomunitari a scuola.

E' stato concepito forse in maniera un po' brutale e rozza e, per questo, necessita di adeguati correttivi ed aggiustamenti.

Vero è che il problema e il disagio annunciati sono reali. Vado per punti:

1) l'esigenza di regolamentare gli inserimenti a scuola dei nuovi arrivati c'è, è noto agli insegnanti ed ai dirigenti, ragion per cui è necessario procedere a regolamentare i flussi di ingresso affinché non si verifichino nel corso di un intero anno ma solo in certi periodi (preferibilmente - è chiaro - ad inizio d'anno);

2) l'età degli scolari non dovrebbe valere come unica scriminante per gli ingressi, ma si dovrebbero valutare sia le esperienze scolastiche pregresse che l'effettivo livello di preparazione;

3) è ovvio che, in tale quadro, la frequenza di corsi intensivi di lingua italiana - propedeutici all'inserimento in classe - rappresenti un vantaggio sia per l'alunno sia per gli insegnanti che non sempre possiedono strumenti specifici per relazionarsi con i nuovi arrivati e devono rapportarsi (contemporaneamente) anche al resto della classe.

Proprio in questi giorni ho voluto recarmi classe per classe a rendermi conto personalmente di questa realtà già comunque a me nota.

Il riscontro di nuovi ingressi è all'ordine del giorno delle maestranze scolastiche ma è proprio per questo che noi Sindaci siamo chiamati non ad abbaiare alla luna ma ad agire con coralità di intenti e con organicità di interventi.

Riconosco al collega Vallardi di aver toccato un argomento delicato e - da per suo - di averne fatto uno dei tanti cavalli di battaglia del movimento politico cui appartiene, ma ugualmente, per non abbracciare senza se e senza ma posizioni preconcette, mi permetto alcune riflessioni.

Se i segnali che l'Europa quotidianamente ci manda (ultimo in ordine di tempo, l'allargamento delle frontiere dell'area Schengen) vanno nella direzione del massimo interscambio fra nazionalità e tutti brindano a questi risultati (comprese la nordestina e a noi contigua città di Gorizia per aver ottenuto più rapidi e facili contatti con la Slovenia) come facciamo noi a volerci arroccare a difesa di territori sempre più circoscritti?

La storia ci mette dinanzi a fenomeni strutturali rispetto ai quali non hanno funzionato né la legge Turco-Napolitano, né la Bossi-Fini, né funzionerà (temo) la Ferrero-Amato...

Pertanto, siamo chiamati tutti a rimboccarci le maniche: cominciamo dai nostri piccoli consessi sovracomunali, ad esempio il Distretto socio-sanitario o la Conferenza dei Sindaci dell'Az. Uls. Lavoriamo seriamente ad implementarne i servizi per una mediazione culturale più incisiva; concentriamoci sin d'ora sui nostri bilanci preventivi ponendo in risalto questa necessità in chiara collaborazione inter-istituzionale. Proviamo a sondare se le istituzioni scolastiche sono disponibili economicamente a supportare le già cronicamente scarse finanze comunali. Sviluppiamo di più i CTP (Centri Territoriale Permanenti: quello di San Polo di Piave lavora oltretutto molto bene!)

Per il resto, è vero: la palla passa al Ministro, il quale dovrà cominciare a regolamentare gli inserimenti a scuola evitando che cinesi o magrebini arrivino in classe alla vigilia di Natale, magari -ed è (ahimè!) una fra le possibili conseguenze - inducendo alcuni genitori a portare i propri figli negli Istituti privati, sradicandoli da contesti magari già familiari e nei quali sono già nate amicizie e coesioni spesso insperate!!!

Ma non insistiamo a fissare tetti di sorta, non arriviamo a scaricare le tensioni delle politica sui più piccoli che sono in questo senso disarmati.

Voler ostinarsi ad essere così rigidi risulta, Caro Giampaolo, eccessivo; non consideri che fra gli alunni stranieri che rischiano di superare il tuo ipotetico tetto (30%) possono esserci anche coloro che, magari, conoscono benissimo l'italiano, perché abitano nel tuo Comune da tempo, e così vengono ingiustamente cacciati via.

Viceversa, famiglie appena arrivate che effettivamente necessitano di supporti di tipo didattico - secondo questa logica - rischierebbero di veder accolti i propri figli in un contesto ove scarseggiano gli ausili didattici.

Insomma: cerchiamo di lavorare di più assieme senza pregiudiziali ideologiche.


Ponte di Piave, 28 dicembre 2007

Roberto Zanchetta
Sindaco Ponte di Piave